
Famiglia del bosco: l'intossicazione da funghi, l'arrivo dei carabinieri, la rabbia per le ispezioni. Ecco cosa raccontò mamma Catherine
Attualità venerdì 28 novembre 2025 ore 08:00
In Toscana la prima volta della Moretta codona

Fotografi naturalisti e birdwatchers arrivano da tutta Italia per osservare le nuove specie. Registrato anche il ritorno del Nibbio bianco
MAREMMA — Sverneranno in Toscana, nel Parco della Maremma, la Moretta codona (Clangula hyemalis) e il Nibbio bianco (Elanus caeruleus): ed è subito euforia per fotografi naturalisti e birdwatchers in arrivo da tutta Italia per osservare le nuove specie che hanno scelto l’area protetta come loro dimora invernale. Per la Moretta, tra l'altro, si tratta della prima volta nel Granducato.
“Sono due specie molto diverse tra loro”, spiega Francesco Pezzo, zoologo e consigliere del Parco. “Il Nibbio bianco è un piccolo rapace dal piumaggio chiaro e da caratteristici occhi rossi. Si nutre di piccoli mammiferi e rettili, che caccia nelle campagne ed è tipico delle zone semidesertiche dell’Africa sub-sahariana, ma è presente anche in Spagna, Portogallo e nella Francia meridionale. Non è una specie in pericolo ma è rara, con una popolazione inferiore alle 4mila coppie”.
Il nibbio bianco non è un uccello migratore in senso stretto, ma si osservano spostamenti forse legati a un’espansione dell’areale distributivo della specie: “Dal 2019 le osservazioni in Italia sono aumentate – aggiunge Pezzo – e l’esemplare di Rispescia dovrebbe essere la sesta osservazione toscana in assoluto”.
Molto diversa, invece, è la storia della Moretta codona: “Si tratta di un’anatra marina che ha gravissimi problemi di conservazione – spiega Pezzo – ed è classificata come ‘vulnerabile’ dall’Unione internazionale per la conservazione della natura. E' specie artica, che nidifica nel profondo nord, nella tundra russa, e che in inverno migra arrivando alle nostre latitudini in piccolissimi numeri".
"La sua presenza a Bocca d’Ombrone non era, prima d’ora, mai stata registrata. Essendo un’anatra tuffatrice, in grado di immergersi per molti metri, potrebbe aver trovato qui dei fondali ideali - aggiunge l'esperto - per la presenza di molluschi e crostacei, che sono elementi importanti della sua dieta”.
Nuove presenze che possono essere spiegate da diverse ragioni: “Sicuramente la Maremma continua a mostrare, ancora e nonostante tutto, un alto grado di naturalità”, dice il presidente del Parco della Maremma Simone Rusci.
“Insieme alle farfalle – precisa Francesco Pezzo - gli uccelli sono i migliori organismi indicatori della qualità dell’ambiente e, infatti, sono tra i primi sparire quando gli habitat si degradano e i primi a tornare quando si ricreano le condizioni ambientali idonee. Inoltre, ci dicono molto sul ruolo delle aree protette: negli anni scorsi il Nibbio banco aveva soggiornato nel 2020 all’oasi Wwf del lago di Burano e nel 2021 alla Diaccia Botrona. Queste aree sono le uniche che, oltre alla naturalità, garantiscono la pace e la tranquillità di cui queste specie hanno bisogno”.
Al di fuori delle aree protette, infatti, in Italia non ci sono più le condizioni per la sopravvivenza di questi animali, per una serie di fattori di disturbo, in primis la caccia. “Ed è forse proprio questa la ragione – sottolinea il presidente Rusci – per cui queste specie sono relegate nelle aree tutelate. Tra i molteplici fattori di disturbo che possiamo evidenziare, ci sono anche attività come la fotografia naturalistica e, per questo, all’interno del Parco cerchiamo di regolamentare con cura queste attività, perché anche tra i fotografi ci sono i professionisti e le persone troppo appassionate che rischiano, pur di scattare una foto, di avere comportamenti dannosi per gli animali”.
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI









