Il mare d’autunno
di Gianni Micheli - giovedì 30 ottobre 2025 ore 09:00

Cosa manca al mare d’autunno?
Gli ombrelloni nella loro perenne riunione di condominio. Caotica e rumorosa. Di ruspe, pale e castelli. E telefoni accesi e musica a palla.
La sabbia rovente e i piedi scottati.
Il sale sulla pelle con quel che porta di romanticismo e di malinconia. E di voglia di fare una doccia.
Mancano gli amici, i conoscenti, gli sconosciuti. Le parole che hai detto e quelle che sei costretto a dire rimpiangendo il silenzio.
La pance all’aria e i capelli bagnati mentre ti congratuli ancora una volta con la tua fortuna per non aver incontrato una medusa.
Il viaggio che hai fatto e quello che dovrai fare d’ingombri e di valigie.
Poi, per essere autunno, al mare d’autunno manca l’essenziale: il foliage. Un autunno senza foliage è come un cappuccino senza schiuma: va ridato al barista con un rimprovero.
Sarà per questo che al mare d’autunno, in quella passeggiata che pochi giorni prima era un mare di rumori e colori e inutilità in vendita per il tuo piacere, pensi al significato dell’abbandono?
Cosa resta al mare d’autunno.
Il mare, diamine!
Il mare che è una meraviglia di per sé anche se poi, a parecchi, certo a troppi, non sembra altro che un contenitore dove sversare quello che ingombra. Tanto non si vede. Tanto poi affonda.
La spiaggia, tesoro di tesori e di silenzi. Di passeggiate misteriose. Di racconti sinceri. Di vento in faccia. Di desideri evanescenti tracciati con un legno che ti sporca le dita mentre ti senti il cervello pulito. Di capelli scompigliati. Di polmoni pieni di una leggera vertigine che credi si avvicini, ti avvicini, alla libertà.
Il te che ci sei ed è una gran fortuna.
Quel piatto di pesce che ti riporta il sorriso. Ogni volta. Senza eccezioni (a parte il conto che a un certo punto arriva). E un vinellino bianco, fresco, un po’ fruttato.
Ecco, non so al lettore, ma a me il mare d’autunno fa quest’effetto. E se durasse quattro o cinque mesi il mare d’autunno sarei contento. Anche se, con un pizzico di foliage, sarebbe il massimo! Provvedo!
Gianni Micheli








