E i gatti felici di Istanbul stanno a guardare
di Blue Lama - domenica 25 febbraio 2024 ore 00:00
Istanbul è una delle metropoli più interessanti del mondo per ragioni geografiche, storiche, culturali e religiose. Ma c'è un valore aggiunto che si apprezza solo dopo due o tre giorni di visita: aggirarsi per i suoi quartieri, esplorare i suoi monumenti equivale anche a sottoporsi a una continua e assolutamente benefica seduta di pet therapy.
A Istanbul abitano centinaia di migliaia di gatti di strada, c'è chi dice che siano duecentomila, chi un milione, accuditi teneramente da tutta la comunità, istituzioni pubbliche e cittadini. E' un legame atavico con radici a largo raggio, dalla gatta che salvò il profeta Maometto dal morso di un serpente velenoso alla natura portuale della città che, fin dall'epoca bizantina, ha reso i felini strategici per contenere il proliferare dei topi e l'insorgere di pestilenze.
Nel corso dei secoli niente ha intaccato l'amore degli istanbulioti per i gatti, neppure la globalizzazione o l'epidemia di Covid, come documentano le foto che trovate qui sotto, scattate un mese fa.
A Istanbul non esiste luogo precluso ai gatti: ovunque trovano cibo, riparo e carezze, ovunque si comportano come se fossero a casa loro. Sembra che niente li possa turbare, neppure i grupponi di turisti o la folla alle fermate dei traghetti. E se qualcuno li fotografa non fanno una piega, anzi, per lo più guardano nell'obiettivo. Sono proprio abituati a ricevere attenzione.
Ce lo vedete un gatto che prende il sole per ore accanto all'ingresso delle nostre cattedrali oppure che passeggia al loro interno? No. A Istanbul invece ogni moschea ha i suoi gatti, fuori e spesso anche dentro.
Ce lo vedete un gatto accoccolato agli Uffizi accanto alla Venere di Botticelli? No. Fra i padiglioni del Palazzo del Topkapy invece ne ho incontrati diversi, uno addirittura spaparanzato fra le sfarzose vetrine del Tesoro.
Il gattone qui sotto invece di mestiere fa l'addetto all'accoglienza nella fortezza di Yedikule, prendendosi anche parecchia confidenza con i turisti.
I gatti entrano ed escono indisturbati dai negozi, compresi quelli più alla moda delle più famose strade dello shopping, come Istiklal Caddesi. E lì mangiano, girellano, salgono e scendono dagli scaffali.
"E' vostro questo gatto?" ha chiesto mio marito alla commessa di un negozio di abbigliamento indicando il micione coricato sulla moquette. "No no, è entrato, si vede che era stanco..." ha risposto la ragazza.
Se i gatti possono andare a zonzo nei negozi, figuriamoci nei mercati. C'è da dire che non hanno mai atteggiamenti invadenti, neppure in prossimità dei venditori di generi alimentari: si siedono, osservano, aspettano. Prima o poi la loro pazienza viene premiata.
Del resto sui marciapiedi, nei parchi, addirittura nelle stazioni ci sono ciotole piene di cibo per gatti. Nei giardini è frequente avvistare persone che nutrono intere colonie ma chiunque, con un po' di avanzi del pranzo, si improvvisa gattaro.
La capitale della Turchia è anche l'unica città, per ora, dove ho trovato cartelli stradali che indicano di fare attenzione all'attraversamento degli animali domestici.
Concludendo: i gatti di Istanbul sono creature libere e felici, irradiano calma e leggerezza. Puoi anche essere un maniaco dell'igiene o un allergico al pelo felino ma, dopo l'ennesimo incontro e l'ennesimo incrocio di sguardi, non puoi fare a meno di allungare la mano per una moina affettuosa.
Cosa fa scattare la magia? E chi lo sa... Di sicuro quei gatti si fidano degli esseri umani. Una fiducia così disarmante che funziona come un balsamo. Lasciare che faccia effetto, farsi colmare, è una sensazione meravigliosa.
Bluelama2023@gmail.com
Blue Lama