FAENZA (RAVENNA) — Quando i volontari di Enpa Faenza lo raggiunsero, a marzo del 2014, che cane realmente fosse quell'esserino in fin di vita si stentava a distinguerlo. Dopo mesi di cure e riabilitazione, di pappa e coccole, da quel corpicino martoriato e in fin di vita è sbocciato un lagotto di nome Corry, diminutivo di coraggio secondo i volontari e i faentini che lo hanno scelto per lui.

Ieri, per aver ridotto il cane in quelle condizioni una donna è stata condannata in primo grado dal tribunale di Ravenna a sei mesi di reclusione e 3.300 euro di multa. Lo fa sapere in una nota la stessa Enpa Faenza, parte civile al processo, che esprime la sua soddisfazione per la sentenza.

Quando venne ritrovato grazie a una segnalazione, ricordano i volontari, Corry era disidratato, denutrito, senza pelo, dilaniato da malattie e parassiti. Il cane trascorreva le sue giornate chiuso in casa, spesso senza l’opportunità di espletare i propri bisogni fisiologici. Una condizione che gli aveva causato un prolasso dell’intestino retto e un alto rischio di espulsione delle viscere, oltre a una deviazione dell’uretere che rendeva difficoltosa l’orinazione. 

Trovato immerso nelle proprie feci e divorato dalle pulci, il cane, di circa 10 anni, andò incontro a un lungo percorso riabilitativo sotto la supervisione della clinica veterinaria accademica di Ozzano. Oggi che si è ripreso, Corry ha anche una nuova famiglia.

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