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Cronaca martedì 19 marzo 2019 ore 11:53

Cavalli morti, presentato esposto in procura

Il centro recupero Ihp a Tignano (Volterra)

La onlus Italian Horse Protection pretende risposte dalla Asl e dal Ministero della Salute, a seguito della misteriosa morte di nove cavalli



VOLTERRA — È del 18 marzo il referto definitivo delle analisi postmortem effettuate sul nono cavallo, morto il 21 febbraio e cioè a distanza di un mese e mezzo dai decessi improvvisi di 8 cavalli avvenuti tra il 31 dicembre e il 3 gennaio, nei terreni gestiti dalla Ihp (Italian Horse Protection) a Tignano

Il lavoro completo e analitico effettuato dal laboratorio di Pisa dell’Istituto Zooprofilattico Lazio e Toscana non ha evidenziato una precisa causa di morte. 

"Sono state rilevate anomale lesioni nella trachea e nei bronchi e qualche lesione a livello cardiaco - hanno fatto sapere dalla Ihp -, ma nulla di direttamente correlato a una morte così improvvisa e senza sintomi pregressi. La ricerca di numerose sostanze tossiche, così come le analisi virali o batteriche e le analisi sul fieno sono tutte negative: ciò significa che sono escluse molte delle possibili cause, ma non è tuttavia chiarito il motivo del decesso. Inoltre, a questo punto, appare poco probabile che la morte di questo cavallo possa essere messa in relazione con i decessi avvenuti a inizio anno".

"Il laboratorio di Pisa -proseguono dall'associazione - si appresta ora a eseguire una serie di test sui campioni di alcuni degli 8 cavalli morti, nella speranza di trovare qualche traccia. Questi reperti, congelati a loro tempo presso i laboratori dell’Università di Bologna e dell’Istituto Zooprofilattico di Bologna che fecero le autopsie, verranno inviati in questi giorni a Pisa: è quanto era stato deciso lo scorso 8 marzo alla riunione a cui erano presenti il Direttore dell’Unità Operativa Sanità Animale dell’ASL Toscana Nordovest, il Direttore dell’Ufficio Benessere Animale del Ministero della Salute, il responsabile della Sanità animale igiene degli allevamenti e igiene urbana veterinaria della Regione Toscana e il Direttore Sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Lazio e Toscana. Nel corso di quella riunione, oltre all’invio dei campioni da Bologna a Pisa, furono decise altre cose: in particolare fu riconosciuto necessario e urgente l’interessamento dell’ARPAT per le rilevazioni sui terreni dove avevano pascolato i cavalli, al fine di accertare o escludere la presenza di contaminanti, e si chiese una maggiore sollecitudine nel raccogliere e mettere insieme le varie informazioni, tra cui quelle provenienti da altre analisi e ricerche (infatti, il 25 febbraio personale dell’Asl di Volterra aveva provveduto a prelevare il sangue a 25 cavalli presenti nel Centro di recupero e a prelevare campioni di fieno, mangimi e acqua). Ad oggi non si sa nulla sulle tanto attese analisi tese a verificare i livelli di selenio e vitamina E, non si sa nulla in merito alle analisi dell’acqua di abbeveraggio dei cavalli e non si hanno notizie sull’interessamento dell’ARPAT".

"Una situazione inaccettabile – commenta Sonny Richichi, presidente Ihp– che lascia perplessi e sconcertati, soprattutto quando leggiamo sulla stampa locale che le autorità sarebbero orientate a chiudere le indagini. Per questo motivo, oltre a scrivere l’ennesimo sollecito alle autorità sanitarie, abbiamo deciso di presentare un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica di Pisa (che già aveva aperto un fascicolo sulla misteriosa morte dei cavalli) per raccontare tutti i particolari di questa vicenda, ricostruita passo passo anche grazie alle testimonianze di chi, a vario titolo, ha vissuto gli accadimenti o ci ha dato informazioni". 

"Non accetteremo mai che la morte di ben 8 cavalli, dichiarati senza mezzi termini avvelenati anche dalle stesse autorità sanitarie - aggiunge il responsabile della onlus -, rimanga senza una spiegazione. Anche perché questo stato di cose continua a danneggiare l’Associazione, costretta da oltre due mesi a una gestione emergenziale e oltremodo difficile per lo staff e per gli animali, determinata dalla paura di rimetterli in pascolo e di usare la normale acqua di abbeveraggio. Questa situazione sta assorbendo tutte le nostre risorse, con conseguenze pesanti sulla missione stessa dell’Associazione, tra cui le denunce di maltrattamento e le investigazioni sulle truffe e sugli abusi legati al loro sfruttamento, senza dimenticare il salvataggio di equidi in grave sofferenza che IHP svolge da 10 anni sul territorio nazionale: attività al momento fortemente limitate dal fatto di non sapere cosa o chi abbia ucciso i nostri cavalli e se possa ucciderne altri. Ci aspettiamo risposte concrete".


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