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Uccelli lunedì 21 agosto 2017 ore 11:30

Il nibbio bruno sui cieli dell'Aspromonte

Un esemplare di nibbio bruno

Malgrado le temperature elevate i flussi migratori sono già partiti e in sole due settimane sono stati avvistati 921 di questi rapaci



SANTO STEFANO IN ASPROMONTE (REGGIO CALABRIA) — Sfidando le temperature elevate oltre la media, il nibbio bruno torna a volteggiare copiosamente sui cieli dell'Aspromonte. Il Parco ha avviato il 31 luglio scorso le attività di monitoraggio e in due sole settimane i rilevatori hanno registrato il passaggio di ben 921 esemplari adulti, mentre si attende l'arrivo dei più giovani che partono più tardivamente.

Il dato è diffuso dallo stesso Ente parco dell'Aspromonte, che si avvale della Stazione Ornitologica Calabrese (StOrCal). Il nibbio bruno (Milvus migrans) è la specie notoriamente più precoce, quanto a tempi di migrazione, e si muove adesso dai siti dove ha completato il ciclo riproduttivo in direzione Africa.

"Il numero degli individui di passaggio è progressivamente aumentato, a partire dall’inizio del monitoraggio – conferma il direttore Sergio Tralongo – e i nostri esperti ne hanno contati 300 nei primi dieci giorni, e, in seguito, ben 309 nella sola giornata di domenica 13 agosto. Da allora, ogni giorno, diverse decine di nuove segnalazioni, per un totale di 921 in poco più di due settimane"

"Questo dato - sottolinea Tralongo - appare interessante, anche perché testimonia come l’Aspromonte rappresenti un sito di passaggio importante anche per questa specie seconda numericamente soltanto al Falco pecchiaiolo e al Falco di palude".

Il monitoraggio prosegue, dunque, grazie al lavoro organizzativo del Servizio Biodiversità e Territorio: "L’Aspromonte si conferma uno dei cinque siti più importanti a livello europeo per la migrazione post-riproduttiva dei rapaci", dichiara il presidente Giuseppe Bombino. "Abbiamo la possibilità di salvaguardare un’eccezionale combinazione di natura, storia e cultura", conclude.

Monica Nocciolini
© Riproduzione riservata


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