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Allarme ungulati

La Coldiretti di Arezzo lancia l'allarme: agricoltura sotto assedio ed indifesa dalle scorrerie degli animali



VALTIBERINA — Danni e rabbia aumentano in modo esponenziale per la gravissima emergenza ungulati nella provincia di Arezzo: perché non bastava il maltempo e il crollo dei prezzi di produzione nelle nostre campagne ad esasperare gli imprenditori agricoli aretini. 

Proseguono senza sosta le devastanti scorribande tra terreni coltivati e vigneti, seminando danni alle colture e mettendo a rischio la stabilità idrogeologica delle nostre campagne e la presenza dell’agricoltura nella nostra provincia. È la denuncia di Coldiretti Arezzo di fronte alla crescita senza fine dei danni ‘da ungulati’ di fronte ai quali non sono stati fatti interventi per il contenimento della specie da parte delle istituzioni.

 “Ormai siamo all’esasperazione – spiega Piero Serra, imprenditore agricolo che ha un’azienda con 40 ettari di cereali – non bastava il maltempo e i prezzi ribassati, ora ci mancavano le sempre più frequenti scorrerie degli ungulati, in particolare i cinghiali, per cui le istituzioni non fanno più nulla, siamo soli”. E spiega ancora: “Ho dovuto recintare tutto, e mettere la corrente elettrica, soprattutto dove coltivo il grano Verna di alta qualità, ma cosi non è possibile andare avanti, i miei costi sono cresciuti tanto, mentre le rese e i prezzi si sono abbassati, siamo allo stremo”. “Non mi interessa più di tanto la questione rimborsi per i danni – spiega ancora l’agricoltore davvero provato – visto che poi sono anche sempre in ritardo e non certo adeguati. Vorrei però essere messo nella condizioni di coltivare in pace, come accadeva fino qualche anno fa, quando la densità degli animali selvatici era ancora ragionevole e sapevo di perdere un 4 o 5 per cento del raccolto, ma così non si va avanti, occorre assolutamente liberare le nostre campagne dal numero esorbitante di animali”. 

“Coldiretti ancora spera – spiega il presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo, Tulio Marcelli - che le istituzioni sblocchino questo stato di cose, ma non possiamo non evidenziare il grido d’allarme che viene dai nostri soci”. Gli agricoltori si sentono impotenti per le scorribande di cinghiali tra le colture. “Danni e rabbia aumentano in modo esponenziale”.

In effetti, “con gruppi di cinghiali guidati da animali fino di oltre 150 chili di peso che arrivano oramai fino dentro le case, la sicurezza nelle aree rurali e periurbane - denuncia ancora Marcelli - è in pericolo: gli ungulati stanno invadendo campi coltivati, ma anche centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per le persone e le cose. Non è più solo una questione di risarcimenti dei danni ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne”.


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