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Altri domenica 05 ottobre 2014 ore 18:30

Targhe invertite, veicolo fermo per 90 giorni

Disavventura di una giovane pontederese durante un controllo sull’A22, al Brennero. Il suo mezzo per il trasporto di cavalli bloccato dalla Polstrada



PONTEDERA — È una storia che ha dell’incredibile.

Una storia che se non fosse vera – cioè con tanto di pezze di appoggio, fatte di verbali scritti e documentati – potrebbe sembrare inventata, tanto è curiosa e bizzarra.

E se non fossero coinvolti “persone, animali e cose”, sarebbe anche divertente. E invece la vicenda è tutt’altro che divertente, perché di mezzo ci sono i fermi amministrativi, lo stop all’attività lavorativa di una giovane pontederese, i danni economici e quant’altro.

La storia è questa. 

A fine settembre, transita per l’A22, che è l’autostrada del Brennero, in direzione Austria, un furgone regolarmente attrezzato per il trasporto di animali vivi, partito da Pontedera e diretto oltreconfine.

Al chilometro 268,600 nord in località Bagnolo di San Vito, una pattuglia della Stradale ferma il mezzo in questione, per un normale controllo.

Tutto regolare: patente del conducente, permesso per il trasporto di animali, certificato di revisione del veicolo e contratto di noleggio. E anche il cavallo a bordo è in buone condizioni di salute.

Senonché uno degli agenti della Polstrada si accorge che le targhe del veicolo sono invertite. Nel senso che quella anteriore è fissata nell’apposito spazio sul lato posteriore. E quella posteriore è posizionata sul lato anteriore. Ma ognuna nel proprio alloggiamento e ben fissate al telaio. Segno evidente che sono lì, in quella posizione, fin dalla data di nascita del veicolo.

Tant’è che nessuno prima d’ora si era accorto di questa “anomalia”: né la concessionaria che ha venduto il mezzo, né la Motorizzazione che l’ha immatricolato e omologato, né il carrozziere che quelle targhe alla fine le ha installate.

Ci si chiede: cosa sarà mai? Se la targa è la stessa – ed è la stessa – si allentano le viti dell’una e dell’altra e in un attimo si riposiziona il lamierino con le lettere e i numeri al posto giusto.

E invece no, non si può: perché subito scatta il fermo del veicolo, per tre mesi. Ed è impossibile trovare una soluzione sul posto.

Al povero conducente del furgone è data solo la possibilità di arrivare al confine e una volta lì, trovare una collocazione idonea, sia al mezzo sia al cavallo, per tutto il tempo del blocco amministrativo. E cioè per 90 giorni.

“Ma ci vuole tutto questo tempo per invertire materialmente le targhe con un cacciavite? E poi c’è la multa da pagare – lamenta la giovane pontederese coinvolta suo malgrado nella vicenda –. È evidente la sproporzione tra la violazione al codice della strada e la pena inflitta. Ma si può stare tre mesi senza lavoro per una cosa del genere? Tre mesi di mancato guadagno con il peso del leasing e delle tasse, oltre alle sanzioni salate per svincolare il mezzo a fine fermo? Un’assurdità, una cosa fuori dal mondo”.

“Un lavoro irrimediabilmente perso dopo circa due anni di sacrifici, per pagare le onerose rate leasing e acquisire una clientela che nei 90 giorni si rivolgerà altrove – conclude –. In questa storia alla fine tutti avranno perso. Ma si è perso soprattutto il buonsenso”.


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