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Altri lunedì 28 novembre 2016 ore 12:37

​A scuola di inglese

Le 10 parole che gli italiani non sanno pronunciare.



MASSA CARRARA — Entrato nell'immaginario collettivo negli anni '80 del secolo scorso, l'idraulico Super Mario è diventato un indelebile termine di paragone per gli italiani e la loro pronuncia della lingua inglese con il suo famosissimo "It's-a me, Mario!". In effetti, per ovvie ragioni, noi italiani tendiamo spesso ad aggiungere vocali inesistenti alla fine di molte parole inglesi, ma questo non è il solo errore che commettiamo nel parlare la lingua d'oltremanica. Vediamo insieme alcuni dei più comuni.

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1. Wednesday.

La pronuncia di "mercoledì", in inglese, spesso si trasforma per un abitante dello Stivale in un complesso scioglilingua. Come primo passo per pronunciarlo correttamente, però, basta ricordare che la prima "d" è completamente muta e lo stesso vale per la seconda “e”: “uensdei” è il risultato.

2. Thursday

Sempre per la serie "settimana difficile", in questo caso è la grafia della parola "giovedì" a creare non poche perplessità. Ricordate di pronunciare correttamente il TH iniziale di “thursday” e che la "u" si pronuncia, in questo caso, in maniera simile alla "e" italiana.

3. Worchester.

Credo che non esista nulla di altrettanto famoso di questa salsa che sia, allo stesso tempo, così malamente pronunciato. La nostra tendenza è di dire questo nome così come si scrive, ma col suono dolce nel "ch"; ma nulla è più lontano dal vero: il modo in cui più vi avvicinerete alla corretta pronuncia di questa parola (e di tutte quelle con desinenze in -chester), è di eliminare completamente, nel parlato, la sillaba "che". Ricordate anche che i britannici non dicono mai le “r” e quindi una parola lunga come “Worchester” diventa più simile a “uostaa”.

4. Le pronunce irregolari.

L'inglese è una lingua con più eccezioni che regole, dimenticate perciò le istruzioni della maestra: la doppia "o" non sempre si pronuncia "u", la "i" non sempre suona "ai" e il più delle volte la “a” non si pronuncia “e”. Gli esempi sarebbero innumerevoli, ma solo la pratica e l'ascolto possono farvi prendere confidenza con questa infinità di eccezioni.

5. Tre alberi liberi.

Three, tree e free vengono, spesso, pronunciati nello stesso modo, pur avendo significati e pronunce completamente diversi. Il primo significa tre e si pronuncia con la lingua dietro gli incisivi, il secondo vuol dire albero e si pronuncia con una "t", mentre il terzo significa libero e si pronuncia con una ben chiara "f".

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6. Voglio la ricevuta per quella ricetta!

"Receipt" significa ricevuta, come uno scontrino ad esempio, e si pronuncia all'incirca "risipt", con la seconda i allungata, mentre "recipe" vuol dire "ricetta", come quella che seguite in cucina, e si pronuncia "resipi", con la i finale un poco allungata.

7. Il cuore della Terra.

Heart, cuore, si pronuncia facendo ben sentire la "h" iniziale, aspirata e non muta come in italiano, e con la "e" muta. Earth, il nome del nostro Pianeta, si pronuncia invece con una secca "e" iniziale e con la "a" muta, senza dimenticate il "th" finale.

8. Pregnancy

La parola "gravidanza" presenta uno dei problemi più comuni per l'italiano quando parla inglese: il fonema "gn", come in gnomo o ragno, infatti, non ha un corrispettivo in inglese. Pronunciate quindi la "g" dura, come quella di gatto, e fate sentire chiaramente la n subito dopo.

9. Le donne

Woman, donna, si pronuncia com'è scritto ma il suo plurale, women, si pronuncia in maniera tutt'altro che intuitiva "uimen".

10. Gerundi e compagnia bella.

Ricordate sempre: le parole in "-ing" si pronunciano sempre, senza nessuna eccezione, con la "g" finale muta. Quindi se state andando da qualche parte è "goin", anche se scriverete "going", se state cantando è "singin" e così via.


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