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Altri giovedì 21 aprile 2016 ore 12:31

La tregua difficile tra pecore e lupi

Il direttore della Cia Toscana Nord Alberto Focacci interviene su 'diritti e doveri' di entrambe le specie dopo i recenti attacchi dei predatori



FOSCIANDORA — Il problema, in sostanza, è quello del compromesso non facile che invece per Focacci deve essere trovato. "E’ chiaro a tutti che il lupo è una specie protetta, ma bisognerebbe consentire anche ai pastori di proteggere le proprie greggi", spiega il direttore della Cia dopo l'ennesimo assalto di un branco di lupi a un gregge nel territorio comunale di Fosciandora. 

Il problema non è da poco perché rischia di arrecare danni importanti a zone in cui la pastorizia è ancora molto radicata e in cui costituisce una leva economica determinante. "E’ inutile e demagogico invocare l’apertura della caccia al lupo", aggiunge Focacci, "dobbiamo, invece, aiutare i pastori a prevenire gli attacchi e consentire loro, in caso di necessità, di difendere le greggi attivamente".

Il nodo centrale è quindi la piena comprensione del fenomeno del ritorno dei lupi in modo da prendere tutte le precauzioni e contromisure necessarie. Prima di tutto, spiega la Cia, bisogna capire se si tratta di lupi in purezza o ibridi e, nel secondo caso, catturarli come da protocollo regionale. Il tutto fermo restando che i pastori devono essere muniti di cani da guardia e devono essere indennizzati nel caso in cui subiscano danni. Per chiudere il cerchio, spiega ancora la Cia, la legge deve consentire, in caso di predazione di animali domestici, la possibilità di difendersi attivamente anche con le armi.


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