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Altri martedì 01 luglio 2014 ore 19:00

Forteto, il Ministero dice no al commissariamento

Immediata la protesta dei consiglieri regionali che hanno indagato sulla cooperativa: ''Disattese le indicazioni degli ispettori ministeriali''



VICCHIO DEL MUGELLO — Nuovo capitolo nella vicenda della cooperativa Forteto, i cui vertici sono sotto processo per maltrattamenti e abusi sessuali.

''Il Ministero invia i suoi ispettori al Forteto; gli ispettori ministeriali chiedono il commissariamento della cooperativa; adesso il Ministero nega il commissariamento - raccontano i consiglieri regionali Stefano Mugnai, Giovanni Donzelli e Maria Luisa Chincarini, membri della commissione d'inchiesta sul caso Forteto del Consiglio regionale -  E’ un paradosso, quanto sta accadendo a Roma sul caso Forteto, che si muove a cavallo tra più governi e che non tiene minimamente conto, non solo della relazione degli ispettori, ma neanche delle risultanze della commissione regionale d’inchiesta, né di quanto sta emergendo dal processo penale in corso''. 

«E’ un’assurdità  che il Ministero ribalti, di fatto, i contenuti della relazione stilata dai suoi stessi ispettori in era Letta – proseguono Mugnai, Donzelli e Chincarini – adducendo motivazioni in perfetto burocratichese, come se i rilievi emersi nella prima relazione del Ministero fossero solo di natura amministrativa. Ora il governo è cambiato e non sfugge che al suo interno operi, alla guida del dicastero che si occupa di lavoro e politiche sociali, la punta di diamante del mondo delle cooperative ovvero l’ex vicepresidente nazionale di Legacoop Giuliano Poletti. Coincidenze, certo, come tutte quelle che hanno consentito al Forteto trent’anni di storture».

Del resto, la relazione conclusiva  degli ispettori ministeriali parlava chiaro.

«L’organo amministrativo – si legge nella relazione redatta nell'agosto 2013 - non sembra abbia messo a conoscenza i soci lavoratori (o lo abbia fatto in maniera marginale e superficiale) del contratto di lavoro […] e, cosa assai grave, sembra che alcuni soci abbiano inconsapevolmente sottoscritto strumenti finanziari». E ancora: «I soci lavoratori, indipendentemente dalle mansioni effettivamente svolte, sono tutti inquadrati con lo stesso contratto e in unico livello contributivo». E poi: «L’ente – si legge a pagina 3 – nega il diritto del socio alla consegna delle buste paga, del Cud e alla corresponsione delle prestazioni straordinarie e festive effettuate».  «Emerge con chiarezza – si legge a pagina 4 – un atteggiamento discriminatorio nei confronti dei soci usciti dalla comunità [… che …] appare gratuito e comunque non riconducibile o giustificabile da irregolarità o comportamenti scorretti del socio nell’ambito del normale rapporto associativo o professionale».

Riassumendo, si rileva la «tendenza a confondere le regole ed i principi della “comunità” con il rapporto lavorativo e societario», il che pare aver «condotto gli stessi soci a ritenere normali atteggiamenti particolarmente interferenti dell’organo amministrativo». 

Che fine fanno, oggi, quei rilievi? «La stessache nel corso di trent’anni avevano fatto anche sentenze passate in giudicato per reati specifici ai danni di minori che, malgrado tutto, il tribunale continuava ad affidare a Fiesoli e ai suoi sodali– stigmatizzano Mugnai, Donzelli e Chincarini –Siamo di fronte a una coltre di silenzio rosso, una sorta di negazionismo in salsa contemporanea che non accenna a finire. Col placet del governo Renzi».

Guarda qui sotto il servizio di Toscanamedia sull'appello rivolto dal consiglio regionale per aiutare le vittime del Forteto


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Servizio Toscanamedia - 8 maggio 2013

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