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Altri lunedì 30 maggio 2016 ore 16:45

Cinghiali, gli agricoltori imbracciano il fucile

La Coldiretti attacca le istituzioni locali: "Agricoltori impotenti davanti a scorribande cinghiali. Chiediamo di poterci autotutelare"



FIRENZE — Non ne posso più, dicono, delle scorribande di cinghiali e simili nelle loro terre coltivate, e il numero degli ungulati è ancora in aumento. Gli agricoltori attraverso Coldiretti chiedono alle istituzioni di potersi autotutelare perché affrontano ogni giorno i continui danni causati dagli ungulati a vigneti, altre colture ed allevamenti.

"I nostri soci si sentono impotenti per le scorribande di cinghiali tra vigneti e campi a grano - spiega Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Firenze e Prato -. Danni e rabbia aumentano in modo esponenziale. Vogliamo almeno poterci autotutelare, ci chiedono i nostri soci".

"Le aziende, soprattutto, non ne possono più di segnalare inutilmente la presenza di branchi di cinghiali alle varie autorità preposte - continua Ciampoli-. Segnalazioni che non servono a nulla". 

Complice il sempre maggior numero dei cinghiali, ed il muro di gomma 'istituzionalizzato' venutosi a creare dopo il passaggio delle competenze in materia venatoria dalle provincie alla regione.

Nei primi 5 mesi del 2015, dicono i dati, gli interventi di controllo per allontanare gli ungulati dalle aree coltivate, a seguito di segnalazioni di agricoltori, erano già un centinaio "quest'anno siamo a zero, nessun intervento". 

Gli abbattimenti in regime di controllo, spiega Coldiretti, sono un elemento di dissuasione per gli ungulati a frequentare aree non vocate alla loro presenza.


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