FIRENZE — Nel 2011 Fallani aveva partecipato alla Biennale di Venezia su invito di Vittorio Sgarbi che lo definì “un artista lirico, un fiorentino eminente”.

A Firenze la sua fama era patrimonio di una cerchia di affezionati collezionisti, ammiratori, amici o compagni di scuola all’Istituto d’Arte di Porta Romana nonchè di scorribande nelle avanguardie fra il 1950  eil 1970, poesia visiva soprattutto. Era però celebre soprattutto in Germania, Europa del Nord e negli Stati Uniti dove aveva vissuto a lungo, insegnando per un decennio all’Art Institute di Chicago e alla Scuola di Arti visive di New York.

Memorabile il lungo sodalizio con Fellini, uno dei suoi collezionisti più convinti, che gli aveva affidò le scenografie del film Casanova.

L'ultima mostra importante risale al 2005, voluta al Museo Marini di Firenze dallo storico dell’arte Carlo Sisi. Poi alcune collettive di prestigio con la curatela del direttore degli Uffizi Antonio Natali e, a Palazzo Reale di Milano, nel gotha della pittura contemporanea italiana, sempre su invito di Vittorio Sgarbi.

Guarda qui sopra il video con  Antonio Natali che ricorda commosso l'amico Mario Fallani

Gli ultimi anni li ha trascorsi in Chianti tra Tavarnelle e San Donato, in un’antica villa con giardino, con l’amorosa complicità della moglie Pat, circondato di cani e di nipoti, coltivando rose e limoni che poi trasferiva poeticamente sulla tela, così come faceva col misterioso intrigo dei grandi pini marittimi e delle belle boscaglie toscane, che osservava in lontananza dalla sua terrazza.

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