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Attualità domenica 29 novembre 2020 ore 12:19

Covid e visoni, ora i corpi tornano in superficie

Visoni in gabbia

Non trova fine la macabra vicenda dell'uccisione di massa degli animali da pelliccia. 11 milioni i capi uccisi, ma ora forse andranno disseppelliti



COPENAGHEN (DANIMARCA) — Andranno probabilmente disseppelliti dalle fosse comuni in cui erano stati sepolti gli oltre 11 milioni di visoni uccisi in Danimarca dopo la scoperta, in alcuni allevamenti, di esemplari contagiati da una mutazione del covid-19. Si temeva un nuovo salto di specie e la compromissione dell'efficacia del vaccino futuro. Dunque la decisione: strage di massa e sepoltura delle carcasse a tempo record nella penisola dello Jutland, nelle località di Karup and Holstebro.

Ma tutta quella fretta è stata forse cattiva consigliera. Nei pressi delle fosse comuni, infatti, ci sono una fonte di acqua potabile e un lago balneabile. E dalle fosse, poco profonde, i corpi in putrefazione degli animali iniziano a emergere, spinti in superficie dai gas di decomposizione.

Il tutto è assai macabro, fatto sta che la vicenda è divenuta fonte di preoccupazione per la possibilità di contaminazioni ambientali ma anche un caso politico. I deputati dell'opposizione hanno chiesto al governo di riesumare i resti dei visoni per cremarli, così da stoppare l'inquinamento del terreno. 

Il nuovo ministro dell'agricoltura Rasmus Prehn - subentrato al dimissionario Mogens Jensen andatosene proprio per via del caso-visoni - si è mostrato favorevole, pur ammettendo che la procedura, tra autorizzazioni e permessi, non sarà né semplice né rapida.

La Danimarca, con oltre 6mila persone impiegate nel settore, 1.100 allevamenti e un fatturato di 800 milioni di dollari, è il principale esportatore di pelli di visoni nel mondo soprattutto verso Cina e Hong Kong. Nei giorni scorsi, però, altri focolai di infezione si sono registrati in Francia, in Lituania e altrove.


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