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Altri lunedì 14 novembre 2016 ore 18:03

La sconfitta del Cinipide salva la stagione

Dopo le scorse annate, la stagione della castagna segna una ripresa. Debellato il problema del Cinipide ora resta da combattere siccità e ungulati



GARFAGNANA — Gli appassionati di mondine, ballotti e frittelle possono tirare un sospiro di sollievo. La raccolta, in corso in questi giorni tra i boschi della Garfagnana, terra di produzione della pregiata farina di neccio Dop, una delle cinque denominazioni della Toscana legate all’albero del pane, sarà inferiore rispetto allo scorso anno. Anche se di poco. 

La causa non è il cinipide galligeno, nemico numero uno delle ultime stgioni, ma l’effetto della siccità e degli ungulati sempre più un impedimento all’attività agricola. A fornire un primo quadro è Coldiretti Lucca sulla base della puntuale analisi dell’Associazione Nazionale Città del Castagno.

“In Garfagnana il calo sarà fisiologico: stimiamo tra il 10% ed il 20% in meno a seconda delle zone. Nel complesso però la stagione è molto positiva paragonate alle ultime. – spiega Cristiano Genovali, Presidente Coldiretti Lucca – La lotta al cinipide inizia a dare i primi buoni frutti e dopo quattro anni orribili con la produzione che si è progressivamente ridotta fino all’azzeramento, i primi segnali sono molto incoraggianti. Ed i risultati si vedono. Sono invece gli ungulati ad arrecare danno a questa produzione messa a dura prova anche dalla mancanza di acqua. Il loro contributo allo spopolamento dei nostri boschi e delle nostre campagne è purtroppo sempre più pesante. Vanificano gli sforzi degli agricoltori che con fatica stanno cercando di recuperare i castagni ed i nostri boschi”. 

In Garfagnana – si legge nell’analisi dell’associazione nazionale Città del Castagno - la presenza di galle prodotte dal cinipide sulle piante è bassa, e la produzione è discreta, di ottima pezzatura e assenza di bacato e marciume, anche se risente dell’andamento climatico sfavorevole: piogge nel momento della fioritura e siccità estiva. Per quanto riguarda il marciume del castagno, derivante dal fungo Gnomoniopsis Pascoe, è attualmente praticamente assente, grazie soprattutto all’estate molto siccitosa che ne ha limitato il proliferarsi.

La produzione ridotta a livello nazionale con punte che hanno toccato anche il 90% in alcune zone, oltre ad innescare un evidente danno economico per la filiera, aumentano i rischi per il consumatore di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo e dall’Albania. Ma anche farine miscelate con diverse tipologie di castagne spacciate come italiane. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori.

“E’ necessario che le istituzioni, oltre a continuare le attività di lotta al cinipide, mettano in campo azioni determinanti per il rilancio del settore, tra cui sicuramente più controlli sull'origine delle castagne. Se non si vuole correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città – spiega Maurizio Fantini, Direttore Coldiretti Lucca - prestate attenzione alla qualità, privilegiate un più genuino fai da te casalingo per essere sicuri di mangiare un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Scegliete prodotti certificati e a km zero che potete acquistare nei nostri mercati degli agricoltori di Campagna Amica, alle sagre in programma in questi giorni o presso le imprese agricole. E’ l’unico modo per essere certi di acquistare castagne e prodotti derivati realizzati con farine locali. Assicuratevi sempre della provenienza”. 


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