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Altri lunedì 05 dicembre 2016 ore 17:01

Nasce il Museo dell'oro

Il percorso si snoderà tra le sale del palazzo di Fraternita. Protocollo d’intesa tra Regione, Comune, Camera di Commercio, Arezzo Fiere e Congressi



AREZZO — Prende corpo il progetto “Museo dei Tesori di Arezzo”. Un centro espositivo, dove destinare opere d’arte, percorsi didattici e le realizzazioni orafe e artigianali di eccellenza, all’interno del palazzo di Fraternita. Primo passo: la valorizzazione e promozione della collezione “Oro d’Autore”.

Lo prevede un protocollo d’intesa fra Regione Toscana, Comune di Arezzo, Camera di Commercio, Arezzo Fiere e Congressi che è stato firmato nella sala di consiglio comunale dal presidente Enrico Rossi, dal sindaco Alessandro Ghinelli e dai presidenti Andrea Sereni e Andrea Boldi. Con la Fraternita dei Laici, presente alla conferenza stampa con i magistrati Daniela Galoppi e Arturo Ghezzi, a condividere l'intero percorso culturale.

Il benvenuto del sindaco Alessandro Ghinelli: “intanto è un piacere ricevere gli ospiti qui presenti nella prestigiosa sala consiliare del Comune, dove verrà sottoscritto un protocollo d'intesa che legherà Regione, Comune, Camera di Commercio e Arezzo Fiere e Congressi. È l'ultimo atto di un percorso progettuale ed espositivo complesso. Mi preme precisare la parola 'percorso' perché ben si riferisce alle capacità artistiche e imprenditoriali che Arezzo ha espresso nel tempo, durante la sua millenaria storia. In questo 'percorso' si sposeranno tesori d'arte e manufatti di pregio e grazie a questo connubio ne garantiremo una fruizione continuativa, ciò che è mancato finora. E questo nel cuore di Arezzo, in un nobile palazzo collocato nel salotto di Piazza Grande. Il nostro intento è rendere il bello che Arezzo ha espresso ed esprime veicolo per la sua crescita sociale, economica e turistica. Mi sia concesso infine un saluto particolare e beneaugurale a Enrico Rossi alla prima uscita pubblica dopo il risultato referendario”.

“La bellezza si riconosce – ha aggiunto il presidente Enrico Rossi – così quando ho visto per la prima volta la mostra sull'oro d'autore, ho avviato un percorso di dialogo con la Camera di Commercio, che ringrazio sentitamente, per arrivare alla giornata di oggi. Poi è arrivato il contributo del sindaco Ghinelli. In una città sobria e dinamica come Arezzo, combinare oro e arte costituisce un fatto lungimirante. Questa mostra porterà l'interesse di turisti e di operatori e il distretto dell'oro, che nonostante la crisi è stato capace di rilanciarsi, troverà slancio ulteriore. La scommessa è importante e la Regione è pronta a supportarla. Se verrà curata nel tempo, ci sono tutte le premesse per ricavarne prestigio, sviluppo economico e una rinnovata voglia di eccellere”.

Andrea Sereni: “Arezzo può essere considerata la capitale italiana dell’oreficeria e della gioielleria: sono infatti 1206 le aziende attive nel territorio provinciale, concentrate soprattutto nel capoluogo e oltre 7600 gli addetti diretti ai quali vanno sommati gli occupati dell'indotto. Per troppi anni questo primato non ha mai trovato visibilità se non in occasione degli eventi fieristici organizzati nel polo espositivo, a iniziare da Oroarezzo. Con la firma del protocollo, finalmente Arezzo sarà in grado di darà sostanza al suo essere ‘città dell’oro’ presentando una collezione di gioielli unica, nel panorama espositivo internazionale, per originalità e innovazione. Non esiste infatti nessuna altro museo o collezione, pubblico o privato, in grado di presentare i ‘pezzi unici’ che un numero cosi imponente di artisti e stilisti contemporanei hanno contribuito a realizzare. Non poteva mancare per la realizzazione di questo progetto la collaborazione della Camera di Commercio che, supportando con le proprie risorse il Comune di Arezzo, contribuisce a far conoscere ai nostri concittadini e ai turisti la collezione di proprietà di Arezzo Fiere e Congressi nella sede museale realizzata anche con il contributo determinante della Fraternita del Laici. Un esempio positivo di collaborazione e di sinergia che, peraltro, permetterà di promuovere le produzioni di qualità delle nostre imprese orafe-argentiere”.

Andrea Boldi: “questo progetto è un riconoscimento alla laboriosità che dal 1926, con la nascita di Unoaerre, ha portato vanto ad Arezzo. L'export derivante dal comparto orafo è di 4 miliardi di euro, l'80% di quanto esporta l'intera provincia. Nel 2006, rispetto ad altri distretti, eravamo dietro, le nostre esportazioni valevano 400 milioni di euro in meno. Poi, grazie a una serie di iniziative con la Regione Toscana, siamo arrivati al traguardo di un export di 600 milioni, diventando il primo distretto d'Europa. Il gioiello è immagine e avere un luogo dove possa essere identificato è la strada giusta”.

Arezzo Fiere e Congressi s’impegna a mettere a disposizione la collezione “Oro d’Autore”, di cui rimane proprietaria e a curarne il relativo allestimento. I sottoscrittori costituiscono un comitato paritetico di indirizzo e monitoraggio, composto da un rappresentante per ciascun soggetto, con il compito di verificare a scadenze periodiche la progressiva realizzazione delle azioni concertate e la reale incidenza delle medesime rispetto agli obiettivi di sviluppo prefissati. È costituito anche un nucleo tecnico, coordinato dalla Regione Toscana e composto da rappresentanti della Regione stessa, del Comune di Arezzo, della Camera di Commercio e di Arezzo Fiere e Congressi, con compiti di raccordo e coordinamento.

“Oro d’Autore” occuperà le sale 7-8-10 di un percorso più articolato, “Museo dei Tesori di Arezzo”, appunto, curato da un progetto scientifico di Stefano Casciu, Silvia Vilucchi, Paola Refice, Maria Gatto, Michele Loffredo, Pier Luigi Rossi, Daniela Galoppi, Alessandra Baroni, Giuliano Centrodi, Antonella Fabbianelli, Simona Ciofini, David Sani, Laura Guadagni. Progetto allestimento Roberto Barbetti.

L'intreccio narrativo racconta il bello della città prodotto nel corso della storia e durante le fasi di crescita culturale. Dalle tecniche di oreficeria antica e medioevale, di cui ne rappresenta un tesoro il busto reliquiario di San Donato realizzato ad Arezzo nel 1300, alla sapienza orafa del popolo etrusco, dal vasellame in terra rossa sigillata di epoca romana alla produzione artistica dei pittori che dal 1300 fino al 1500 hanno tradotto qui la loro arte e il proprio stile mutuato dalle correnti artistiche che si sviluppavano negli ambiti territoriali circostanti ma che hanno comunque rappresentato in certi casi il raggiungimento di livelli di eccellenza.

In concreto, tale percorso espositivo svilupperà nella prima sala l’arte di Arezzo a palazzo di Fraternita, pittura su tavola 1300 – 1400. La sala 2, la sala Teofilo Torri svilupperà il tema: l’arte di Arezzo a palazzo di Fraternita, pittura su tavola 1500. Per entrambe le sale le opere saranno identificate con il contributo del Polo museale toscano tra quelle presenti nel Museo di arte medievale e moderna di Arezzo e costituiranno collezione di prestito in vista del trasferimento a nuova sede.

Sala 3: oreficeria antica, il busto reliquiario di San Donato – copia di studio. Ci saranno teche per l’esposizione di oreficeria antica, collezione Giovanni Raspini, contributi testuali e visuali di Daniela Galoppi sul busto reliquiario di San Donato di Arezzo del 1300.

Sala 4: la trasformazione dei metalli, archeologia aretina. Pannelli esplicativi con riferimenti geografici – ideogrammi dimostreranno le primitive tecniche della fusione dei metalli nei Monti Rognosi, il rapporto primitivo fra uomo e fuoco e i risultati nella statuaria fittile, nella oreficeria etrusca e nella terra sigillata rossa di epoca romana. Sezione allestita dal Polo museale toscano con contributi scientifici e prestiti possibili del Museo archeologico “Mecenate”.

Sala 5: sezione ricerca. Due postazioni di lavoro con dotazioni informatiche.

Sala 6: ricostruzione di una bottega orafa, grazie a un prestito Unoaerre e una sezione didattica per ragazzi direttamente organizzata e gestita dal laboratorio Labor e dall’Università degli studi di Siena – Corso di storia e tecnica del gioiello.

Corridoio: la storia dell’oro e di Arezzo, interazione tra città, attività e persone. Immagini di repertorio che indagano sul rapporto esistente fra la città e il polo produttivo.

Sale 7-8-10: arte orafa moderna e contemporanea. Collezione Oro d’Autore. Teche con pezzi di oreficeria realizzati su bozzetto di artisti contemporanei. Dei pezzi centrali, ci sarà l’ingrandimento 10:1 realizzati con materiale idoneo attraverso laser scanner e frese 3D al fine di enfatizzare trame, disegni e lavorazioni. I pezzi ingranditi risulteranno appesi o sistemati in alto rilievo sulle pannellature sistemate a parete riferendosi, per associazione visiva, al monile o al bozzetto grafico da cui viene tratta la copia. Abbinato a tutto questo, un circuito tv e proiettori collegati a supporti digitali per definire sulle quattro pareti effetti immagine con tecniche cinematografiche di video mapping tali da sovrapporre contenuto visivo di tipo statico a contenuto visivo di tipo dinamico.

Sala 9: ingresso alle stanze dell’oro con biglietteria e front office, circuiti tv e reti informatiche per collegamenti streaming di video e immagini.


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