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Altri sabato 15 marzo 2014 ore 15:40

​Più spazi e attenzioni per gli amici a quattro zampe

Ecco gli esiti del questionario sulla convivenza urbana uomo-animale: i cittadini vorrebbero aree recintate, distributori di sacchetti, più informazione



PONTEDERA — Più aree riservate e distributori di sacchetti, ma anche più attenzioni al problema degli abbandoni e alla procedura con la quale denunciarli. Queste le richieste che sono emerse dall’elaborazione delle risposte al questionario di convivenza urbana fra uomo e animali proposto mesi fa ai cittadini da parte del gruppo tutela e benessere animale del Pd di Pontedera.

Il questionario si proponeva di capire il livello di soddisfazione dei cittadini relativamente alle misure adottate dal Comune per combattere il randagismo, di incentivare l'adozione presso i canili e di migliorare i servizi esistenti per i possessori di animali domestici. Alle tredici domande poste on-line hanno risposto 63 cittadini, molti dei quali hanno anche lanciato proposte per migliorare la convivenza tra gli animali da compagnia e i loro padroni.

Dall'analisi delle risposte, ecco gli argomenti sui quali la popolazione si è mostrata più sensibile.
L’individuazione di altre aree, recintate e non, per la sgambatura dei cani in città. Ma anche il miglioramento della pulizia delle strade prevedendo distributori di sacchetti, gratuiti o a pagamento simbolico, per la raccolta delle deiezioni.

“Altra necessità che si è evidenziata – scrive il gruppo Pd nel resoconto – è stata quella di prevedere campagne di sensibilizzazione per il problema degli abbandoni. Per fare ciò è necessario che il Comune si interfacci maggiormente con le associazioni di volontariato che si occupano di randagismo e che si apra anche al confronto con esperti del settore in grado di spiegare e di analizzare il fenomeno dal punto di vista sociologico e antropologico. In tal senso l'amministrazione potrebbe farsi promotrice di eventi pubblici per analizzare il valore sociale del cane (e del gatto) nella società odierna, in modo da inquadrarli in un contesto di convivenza che vada oltre il semplice assistenzialismo”.


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