Il 16 Novembre scorso l’amministrazione provinciale ha stabilito che nelle riserve naturali, limita la caccia al cinghiale, a soli interventi all’interno di aree coltivate munite di recinzioni idonee.
“Un provvedimento che mette i paletti stringenti al contenimento degli ungulati perlopiù in quelle aree che sono maggiormente soggette a danni esorbitanti alle coltivazioni – la denuncia arriva dall’Unione Provinciale Agricoltori (Upa) di Siena - Dalla decisione si potrebbe evincere che recintare i campi sia un atto dovuto ma così non è. Anzi, tali recinzioni, spesso rappresentano un danno all’immagine e un ostacolo alla fruizione del territorio senza considerare i vincoli paesaggistici imposti da amministrazioni comunali e Soprintendenza”.
Upa afferma che l’intervento di contenimento degli ungulati così paventato rischia di essere assolutamente inconcludente. “Ma ciò che più riteniamo grave è che la determina dirigenziale non trovi logica in un contesto normativo di più ampio respiro e alla vigilia dell’approvazione da parte del Consiglio regionale di una nuova legge mirata seriamente alla risoluzione del problema. Così non va e a rimetterci non possono essere sempre gli agricoltori già vessati da alta tassazione e stringente burocrazia”.
L’augurio dell’Upa di Siena e provincia è che si giunga quanto prima alla legge regionale sul contenimento degli ungulati e che questa “sconfessi” di fatto la determina dirigenziale della Provincia di Siena.