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Ungulati, una legge da concretizzare

Scaramelli e Bezzini a confronto con la Cia: una normativa da applicare, rivedere e aggiustare con la collaborazione tra mondo agricolo e venatorio

La legge obiettivo sugli ungulati c’è, e questo è già un passo in avanti. Ma sono ancora molte le zone d’ombra, i punti da migliorare, in attesa che la legge trovi la sua attuazione pratica. E’ questo in sintesi quanto è emerso dall’incontro organizzato della Cia di Siena, che ha visto una grande partecipazione di agricoltori da tutta la provincia, e i consiglieri regionali Simone Bezzini e Stefano Scaramelli, oltre ai vertici Cia, con il presidente Cia Toscana Luca Brunelli, il presidente Cia Siena Luca Marcucci, il direttore Roberto Bartolini ed il responsabile politiche faunistico-venatorie Cia Siena Fabio Tiberini. Un problema particolarmente sentito anche in Valdelsa.

“Una problematica urgente da risolvere – ha detto il direttore Cia Siena Roberto Bartolini -, è rappresentata dalla ridefinizione delle zone vocate e delle zone non vocate. E’ un lavoro che deve fare l’ATC, definire le aree in cui possono essere o non possono essere presenti gli ungulati, salvaguardando la totalità delle aree agricole. E’ un punto centrale che va risolto”. Anche perchè, soprattutto in Valdelsa, sono molte le zone a rischio entro le quali la produzione agricola ha risentito particolarmente di questi problemi.

Una legge che, dunque, c'è ma che deve essere messa in pratica nel minor breve tempo possibile: “Forse non sarà una norma perfetta – ha detto il consigliere regionale Simone Bezzini - ma di sicuro è un passo in avanti e se sarà attuata darà i suoi risultati. Ci vuole collaborazione con il mondo venatorio”. Per Stefano Scaramelli invece, “non era affatto scontato che la questione ungulati diventasse una priorità per la Regione Toscana, grazie anche al vostro lavoro lo è diventato”.