Spettacoli

Chi dice "Film Festival" dice "gatto"

Il micio Cagliostro con Kim Novak nella locandina e un'intera sezione dedicata al felino domestico nella kermesse cinematografica piemontese

L'immagine simbolo del prossimo Torino Film Festival

A Torino, chi dice "Film Festival" dice "gatto": sì perché la 35a edizione del Torino Film Festival dedica al felino domestico un'intera sezione di sei film e anche la locandina, il cui primo piano è per il gatto Cagliostro in braccio alla Kim Novak di Una strega in paradiso (Bell, Book and Candle, 1958) di Richard Quine.

Due paia di occhi azzurri - quelli dell'attrice e quelli del micio - scelti dal XXXV Torino Film Festival in quanto emblema della "attrazione e il flusso seduttivo che il cinema esercita, un invito a lasciarsi andare, a immergersi in quegli occhi, in quei sogni, in quello schermo", si spiega in una nota.

Ma Una strega in paradiso non è che una delle sei pellicole che la kermesse cinematografica in programma dal 24 novembre al 2 dicembre dedica al mondo dei gatti, in una saldatura con la mostra Bestiale! Animal Film Stars in corso al Museo Nazionale del Cinema. 

Del gruppo filmico felino fa parte ad esempio anche Il gatto milionario (Rhubarb, 1951), una commedia demenziale di Arthur Lubin dove Orangey (gatto attore di Colazione da Tiffany e vincitore di due Patsy Awards) eredita dall'affezionato padrone una fortuna e una squadra di baseball. 

E poi Alice nel Paese delle meraviglie (Alice in Wonderland, 1951) col suo surreale Stregatto, L'ombra del gatto (The Shadow of the Cat, 1961) dove una placida soriana si trasforma in spietata vendicatrice dopo aver assistito all'assassinio della sua padrona, l'horror a sfondo parapsicologico Black Cat (1981) e ancora Chat écoutant la musique (1990).