Attualità

In Sardegna il centro trasfusionale per animali

Attivo presso l'ospedale veterinario dell'università, è l'unico della regione. Tutti i pet possono donare se sani, vaccinati, minori di 8 anni

Un cane donatore di sangue

E' il primo, unico e per ora solo centro trasfusionale per animali di tutta la Sardegna, quello attivo presso l'ospedale didattico veterinario dell'università di Sassari. Si tratta di una autentica banca del sangue del cane e del gatto, e verrà presentata pubblicamente il 14 luglio nell'ambito dell'incontro di aggiornamento professionale dal titolo Trasfusione di sangue ed emocomponenti nel cane.

Se i riceventi saranno animali in difficoltà o con patologie, donatori possono diventarlo tutti. Per donare sangue è sufficiente che il cane o il gatto siano in buona salute, vaccinati e non abbiano oltre gli 8 anni di età. Come per le persone, anche per gli animali la donazione avviene su base volontaria. I candidati a quattro zampe riceveranno gratuitamente tipizzazione per il gruppo sanguigno e, ogni sei mesi, visita clinica, valutazione ematologica, biochimica, sierologica e coprologica. Sono richieste 2-3 donazioni l’anno, programmate ogni 4-6 mesi. I dati del donatore vengono inseriti nel database dedicato, dove verrà registrato regolarmente ogni dato clinico e di laboratorio dell’animale, al fine di lavorare in massima sicurezza sia per il donatore che per il ricevente.

"Le principali indicazioni cliniche - spiega in una nota il direttore sanitario dell'ospedale veterinario, la professoressa Lucia Manunta - sono tutte le forme emorragiche traumatiche e non, compresi gli avvelenamenti, i disturbi della coagulazione e le malattie del sangue come leucemia o emofilia. A fronte delle numerose necessità e della crescente richiesta da parte dei veterinari, il sangue non è facilmente reperibile". 

L’ospedale didattico veterinario dell'ateneo di Sassari, attivo dal 2012, aveva avviato nel 2016 l’iter per la creazione della banca veterinaria del sangue. Il servizio è stato abilitato e approvato l’8 febbraio di quest’anno dalla Regione autonoma della Sardegna e dal Ministero della salute.