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Un mare di... meduse

Nel Mediterraneo avvistamenti decuplicati dal 2009 al 2015. Ecco i dati del progetto italiano 'Occhio alla Medusa'. E ogni mare ha la sua specie

Un banco di meduse (Foto di Marco/Flickr)

Ce n'è per tutti i gusti, per tutti i tentacoli, per tutti gli effetti: urticanti, innocue, incantevoli o invisibili, perfino gustose. Sono le meduse, i cui avvistamenti nel Mediterraneo sono decuplicati negli ultimi sei anni, dal 2009 al 2015, con un picco nel 2013. Lo dicono i dati raccolti attraverso il progetto Occhio alla Medusa, che ha coinvolto i cittadini italiani le cui segnalazioni sono state acquisite attraverso la rivista Focus. 

I numeri sono netti, con un balzo dai circa 300 avvistamenti del 2009 ai 3.000 circa del 2015, mentre per le proliferazioni si passa da 140 avvistamenti a oltre 1.200. Molti i fattori che incidono sul moltiplicarsi di questi organismi. C'è l'effetto serra, certo, ma anche l'uomo ci mette del suo. 

La pesca eccessiva, che impoverisce i nostri mari di pesci, elimina uno dei competitor alimentari più importanti per le meduse che, così, possono banchettare in tutta tranquillità. L'aumento della disponibilità di substrati adatti all'insediamento della fase iniziale del loro ciclo biologico completa l'opera.

Quanto ai tipi, a ogni costa - e dunque a ogni habitat - la sua medusa. Se Adriatico e Tirreno condividuono tanto la spettacolare e innocua Cotylorhiza quanto la dolorosamente pungente Carybdea, piccola e trasparente, la Pelagia - il temutissimo tipo violetto dal temibile contatto - sceglie esclusivamente, almeno per ora, il mare Tirreno.