Spettacoli

A settembre in Italia il docufilm "Safari"

La pellicola di Seidl sulle vacanze di caccia grossa in uscita nelle sale dello Stivale dopo l'anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia

Una delle sequenze sugli avvistamenti. Foto: Lab80 film

Sarà dal primo settembre prossimo nelle sale italiane il film del regista austriaco Ulrich Seidl Safari. La pellicola, presentata fuori concorso in anteprima alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia, è il racconto delle attività di caccia grossa in Africa, sul confine tra Namibia e Sudafrica. Zebre, giraffe e gnu sono le prede dei turisti-cacciatori che gioiscono per gli abbattimenti, posando sorridenti per le foto 'trofeo' con le carcasse degli animali morti.

Per realizzare il lungometraggio, che è del 2016 e viene distribuito da Lab 80 film, Seidl ha realmente accompagnato turisti abbienti austriaci e tedeschi nelle loro vacanze narrando le dinamiche di caccia, gli appostamenti, la tensione e il rilascio nervoso che segue l'uccisione. Davanti alla telecamera, poi, giovani coppie, pensionati e famiglie parlano di sé e della loro passione per la caccia dei grandi mammiferi.

Safari diventa così un film non solo sulla caccia ma anche e soprattutto sull'idea stessa di uccidere: "Uccidere per il piacere di farlo senza essere mai davvero in pericolo - afferma Seidl nella nota diffusa dal distributore - uccidere come una sorta di liberazione emotiva. Conoscevo cacciatori che uccidevano ma non coppie e famiglie che si baciano e congratulano tra loro dopo l'uccisione". 

Ulrich Seidl è uno dei più importanti documentaristi nel panorama cinematografico attuale: attivo dal 1980, ha girato poco più di venti film tra cui Canicola, unico distribuito in Italia, con uno stile rigorosissimo, riconoscibile e mai ripetitivo.