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Renzi rilancia il ponte, Rossi l'antisismica

Il premier rispolvera il progetto del ponte sullo Stretto di Messina e il governatore: "La priorità è la messa in sicurezza da terremoti e alluvioni"

Matteo Renzi e Enrico Rossi

Alla vigilia dell'inizio ufficiale a Firenze della campagna per il referendum costituzionale, che ha già assunto i toni estremi della più agguerrita campagna per le politiche, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo alla celebrazione dei 110 anni del gruppo Saini-Impregilo, ha rilanciato il tema delle grandi opere: ovvero l'estensione della banda larga, necessaria per trasformare l'Italia "in una gigabyte society", e  il ponte sullo Stretto di Messina, vetusto cavallo di battaglia di più di un governo in calo di consensi.

"Per creare posti di lavoro, togliere dall'isolamento la Calabria e avere la Sicilia più vicina - ha detto Renzi - bisogna sbloccare i cantieri, dalla Bari-Lecce alla Napoli-Palermo, compreso  il ponte sullo Stretto che può creare centomila posti di lavoro. Se voi (il gruppo Saini-Impregilo, ndr) siete in grado di sbloccare le carte e sistemare quello che è fermo da dieci anni, noi ci siamo".

Di tutt'altro avviso il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, peraltro candidato alla segreteria nazionale del Pd in alternativa a Renzi. "La realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina non è una priorità - ha dichiarato Rossi -  mentre lo sono i lavori per la messa in sicurezza del territorio da frane, alluvioni e terremoti. Ed è una priorità anche chiedere all'Europa che questi investimenti per la sicurezza siano fuori dal patto di stabilità. Abbiamo bisogno di un ministero per la prevenzione che investa dieci miliardi di euro all'anno sul territorio, cinque per la sicurezza sismica e cinque per la sicurezza idrogeologica".

"Dieci miliardi di investimento all'anno producono 200mila posti di lavoro - ha continuato Rossi - Su un programma decennale sarebbero 100 miliardi contro terremoti e alluvioni e alla fine si risparmierebbero risorse visto che, ogni anno, abbiamo questa industria della disgrazia che provoca danni per cinque miliardi".