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Porto di Carrara, M5s lancia l'allarme

Giannarelli: “Questo progetto minaccia l’equilibrio economico e ambientale della costa. Bisogna fare chiarezza su quest'opera ad alto impatto"

Secondo Giacomo Giannarelli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, non è solo la riqualificazione del porto di Carrara ma anche un ampliamento. "Bisogna fare una distinzione fra le due cose. La riqualificazione prevede piste ciclabili e piantumazione di alberi. Ora invece si vuole approvare una cementificazione del porto già bocciata dal decreto ministeriale a da una sentenza del Tar del Lazio."

 Il Movimento quindi dice sì al progetto di riqualificazione, il Waterfront ma dice no all'ampliamento che secondo Giannarelli è inutile perché il Porto di Carrara ha visto ridurre del 45% il traffico commerciale, arrivando alla metà del limite minimo per avere un’Autorità Portuale autonoma.

"Qui ci troviamo di fronte all’ennesima speculazione - sottolinea Giannarelli - edilizia fatta sulla pelle e sulle tasche dei cittadini che spenderanno per quest’opera oltre 50 milioni di euro”.

Presenti alla conferenza stampa anche i consiglieri comunali M5S di Carrara, Matteo Martinelli e Francesco De Pascale che si sono riunti per parlare sul complesso di opere chiamato “Nuovo Porto di Carrara” ed erroneamente ricondotto al cosiddetto “waterfront”.

"Bisogna fare chiarezza prima di tutto sui termini – ha precisato Giannarelli - non stiamo parlando di “waterfront”, come strumentalmente qualcuno sta sostenendo, perché del totale dell’opera prevista la riqualificazione dell’interfaccia porto-città è una minima parte e finanziata e cantierata in modo indipendente. Il waterfront è un’opera che noi sosteniamo, usata come “cavallo di Troia” per compiere questa cementificazione inutile e dannosa."

“Oltre a chiederci se sia necessaria una valutazione psicologica sul PD che qualche mese prima approva il PIT e qualche mese dopo accellera su un progetto in contrasto con le sue indicazioni, chiederemo a Rossi – capofila di questa accelerazione estiva – il rispetto della legge regionale sulla partecipazione n° 46-2013 dove si legge che per ogni opera con spese superiori ai 50 milioni di euro è obbligatorio il Dibattito Pubblico. Qualora, contravvenendo con cavilli a questa norma, Rossi e la Giunta non avviassero da subito questo strumento, presenteremo una mozione perché richiedano al Ministero dell’Ambiente l’Inchiesta Pubblica, come da L.R. 10-2010.”.