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Una clonazione e non sentirla, Dolly stava bene

Morta nel 2003, la pecora che è stata il primo mammifero-clone presentava caratteri di invecchiamento in linea con gli ovini nati normalmente

Una clonazione e non sentirla: quando è morta, il 14 febbraio 2003, la pecora Dolly presentava caratteri di invecchiamento in linea con gli ovini nati normalmente. E così anche tutti i suoi 'colleghi' di nascita in laboratorio. A dimostrarlo, dopo anni di sospetti e dubbi, sono le radiografie effettuate sul primo mammifero nato per clonazione, Dolly appunto, che dimostrano che l'ovino non soffriva di artrite né di invecchiamento precoce.

Oltre allo scheletro di Dolly sono stati passati ai raggi X sua figlia Bonnie, primogenita di quattro figli, e Megan e Morag, le pecore clonate da cellule coltivate in laboratorio.  Lo studio - condotto da un gruppo di ricerca guidato da Kevin Sinclair, dell'università britannica di Nottingham - è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports

La notizia che Dolly soffrisse di artrite alla zampa posteriore sinistra era stata data nel 2003, sollevando preoccupazioni e dubbi sulla salute degli animali clonati e sul loro possibile invecchiamento precoce. Poiché nessuna delle radiografie originali di Dolly era stata conservata, per fare chiarezza i ricercatori hanno deciso di fare le radiografie degli scheletri delle quattro pecore, tutti conservati presso il Museo Nazionale della Scozia a Edimburgo. 

E' emerso così che Dolly non era invecchiata precocemente: non aveva l'artrite e lo stato delle sue articolazioni era simile a quello delle coetanee concepite naturalmente. Fu una malattia polmonare irreversibile a renderne necessario l'abbattimento per evitarle sofferenze. Bonnie e Megan, che erano invece più anziane, avevano segni di artrite a più articolazioni, ma anche in questo caso le tracce dell'infiammazione non erano diverse da quelle che si osservano normalmente nelle pecore anziane.