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Al Cruma la carica dei 4mila ricoveri l'anno

Feriti, intossicati, finiti a sbattere contro auto o fili sospesi: sono gli uccelli che arrivano al Centro. E dopo le cure tornano liberi

Ogni volta che è possibile, una volta curati gli uccelli tornano liberi

Quattromila uccelli ricoverati in un anno: il 65 per cento dei quali con ferite da arma da fuoco, il 20 per cento con sintomi da intossicazioni e imbrattamenti con idrocarburi, il restante 15 per cento con traumi da impatto con autoveicoli e fili sospesi. E' il bilancio dell'attività del Centro recupero uccelli marini e acquatici (Cruma) di Livorno, stilato in una nota della Lipu.

Il Cruma, vi si legge, è a tutt'oggi unico nel suo genere in Italia, essendo specializzato nella cura, riabilitazione e rilascio di uccelli marini e acquatici. Gabbiani e cormorani, berte e aironi, anatre e trampolieri, cigni e oche sono categorie di uccelli selvatici molto colpiti dal bracconaggio e da varie forme di inquinamento, soprattutto da sversamenti di idrocarburi. 

Ogni volta che è possibile, dopo le cure gli uccelli vengono restituiti alla libertà. Di recente gli sportellini delle gabbiette si sono aperti per un lucherino, un fringuello e una peppola. Buon cielo.