Attualità

E se si spiaggiano i cetacei?

Gli esperti del Santuario Pelagos spiegano il da farsi in caso di ritrovamento di mammiferi o altri animali marini sofferenti o morti a riva

Un delfino spiaggiato

Non c'è giorno, quasi, in cui la cronaca non offra casi mammiferi o animali marini spiaggiati o ritrovati sofferenti o feriti lungo i litorali presi d'assalto dai vacanzieri estivi. E se quando si trova un gattino per strada sapere come manipolarlo appare abbastanza immediato, per quanti escono dalle profondità marine ci si trova meno preparati.

Per questo al Santuario Pelagos - il santuario dei cetacei che si estende su acque italiane, francesi e del Principato di Monaco - hanno messo a punto un vademecum, disponibile online sul loro sito, di istruzioni su cosa fare e soprattutto cosa non fare in caso ci si imbatta in un mammifero marino spiaggiato. Ebbene: non va toccato. Quella che a noi può parere una coccola, a lui può risultare un'aggressione. Per di più in un momento per lui di sofferenza.

In caso sia vivo morsi, codate o pinnate sono in agguato e sarebbe l'umano, con ogni probabilità, ad avere la peggio. Altro motivo per non manipolare animali o carcasse sono i rischi di contagio da virus (Vibro o Brucella maris, ad esempio).

E quindi, che si fa? Si chiama personale qualificato, allertando la capitaneria di porto di zona o chiamando il numero blu per l'emergenza in mare 1530. A loro andranno date informazioni precise a partire se l'animale sia vivo o morto, se siano più d'uno e fino alla posizione (meglio il punto gps altrimenti ogni riferimento sarà utile all'arrivo spedito dei soccorsi).

In caso l'animale sia vivo dal Santuario Pelagos indicano di non salirci sopra né tentare di rimetterlo in acqua da soli. Piuttosto, in attesa dei soccorritori per favorire la sua respirazione si può scavargli la sabbia sotto. Va poi tenuto bagnato, anche attraverso un panno purché si abbia cura di non ostruirne lo sfiatatoio.