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"Le mie capre non sono responsabili della scomparsa delle farfalle"

Un pastore locale contesta lo studio dell'Università di Firenze sul rischio scomparsa della farfalla di San Piero "Sono sconcertato, chiederò chiarimenti ufficiali"

Foto di repertorio

"Ho letto l'articolo in cui si parla del fatto che le capre del mio gregge sarebbero responsabili del rischio di scomparsa della farfalla di San Piero e sinceramente sono rimasto sconcertato".

A dichiararlo a QUInews Elba è il proprietario di un gregge a San Piero, dopo aver letto quanto dichiarato in uno studio dell'Università di Firenze sul rischio derivante dagli ungulati (capre comprese) per la farfalla di San Piero, per cui sono vitali le piante di Aristolochia e le piante erbacee fiorite che invece sarebbero sempre più ridotte a causa di questi animali.

"Per quanto riguarda le piante di Aristolochia- ci ha spiegato il proprietario del gregge - nè le mie capre nè i mufloni le mangiano perché per loro sono velenose. Riguardo poi alla mancanza di fioritura delle piante erbacee non è da imputare al mio gregge ma alla siccità che purtroppo ha influito negli ultimi anni anche su altri tipi di piante. Poi trovo assurdo che siano imputate a me una serie di responsabilità quando gli stessi studiosi e il Parco, dopo aver fatto recintare la zona poi hanno fatto togliere il recinto perché le mie capre non causavano danni".

"Inoltre in accordo con il Parco dell'Arcipelago Toscano ho anche ridotto il numero del gregge, e infine lo studio mi risulta che sia durato meno perché c'era stato uno stop a causa della pandemia. Certamente chiederò chiarimenti perché non mi va di essere additato come responsabile di una situazione che mi risulta diversa", ha concluso.