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Unioni civili, Aurora Rossi ribatte al Pd

Dopo la presa di posizione dalla maggioranza di centrosinistra di Castelfranco, la consigliera d'opposizione replica agli attacchi

Aurora Rossi

Prosegue il botta e risposta fra maggioranza e opposizione sui temi delle unioni civili, del decreto Cirinnà e altri delicati argomenti al centro della discussione politica attuale.

Dopo l'intervento del gruppo consiliare del Pd di Castelfranco che accusava la consigliera d'opposizione Aurora Rossi di aver usato durante l'ultimo consiglio comunale “argomentazioni intollerabili e indegne di qualsiasi consesso .. contro gli omosessuali e contro l'associazione Frida che sarebbe da sempre a fianco delle donne vittime di violenza”, la rappresentante della lista Castelfranco Soprattutto replica in modo deciso e, pur ammettendo di aver detto in seduta che il sostenere che "il matrimonio tra un uomo ed una donna non è assolutamente la stessa cosa dell'unione tra due persone dello stesso sesso" non è discriminazione, Rossi ha aggiunto: "Pur essendo libera ogni persona di organizzare come vuole la propria vita, questo è evidente, non si può però pretendere che lo Stato consideri e tuteli allo stesso modo la famiglia naturale fondata sul matrimonio (e sono parole non mie ma dell'articolo 29 della costituzione) ed altre forme di unione dalle quali non possono nascere figli se non in forme artificiali".

In merito all'associazione Frida, la consigliera d'opposizione ha ribadito che "se davvero essa tutela i diritti delle donne, non v'è forse lesione maggiore della personalità femminile che quella di comprare l'ovulo, impiantarlo in una poveretta del terzo mondo, compensata con non più di 500 o 1000 euro, per poi strapparle immediatamente il bambino che non conoscerà mai né chi ha dato l'ovulo ne chi l'ha tenuto nel grembo per nove mesi e tutto questo per soddisfare i capricci di qualche ricco omosessuale dei paesi che si considerano -ma non lo sono affatto- i più evoluti. Una pratica questa che si commenta da sé anche perché i suoi sostenitori (e cioè tutte le sinistre) strillano ogni giorno per cuccioli di cane e gattini che vengono strappati alla mamma appena nati".

Secondo Rossi, "stupisce dunque, ma solo fino a un certo punto, il silenzio del mondo femminista su questa abominevole pratica che l'articolo 5 del disegno di legge Cirinnà, così tanto voluto dal Pd, ha il pudore di non nominare ma verrebbe matematicamente ad autorizzare".