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Cronaca mercoledì 23 ottobre 2019 ore 20:00

Ancora un cavallo morto nel centro di recupero

Stavolta è toccato ad una pony di dodici anni. Si tratta del tredicesimo decesso misterioso, gli ultimi solo pochi giorni fa



VOLTERRA — Ancora una morte misteriosa nel centro di recupero cavalli di Tignano a Volterra. Sono tredici in totale i decessi ancora inspiegabili, in dieci mesi. L'ultimo, poche ore fa, di un pony di dodici anni morto in in qualche minuto senza avere la possibilità di salvarlo.

Per i precedenti decessi si era ipotizzato un avvelenamento, ma le autopsie non avevano confermato questa ipotesi lasciando ogni pista aperta.

Dei fatti si stanno occupando i Carabinieri, la Asl e l'istituto zooprolilattico. Il centro di Tignano è gestito dall'associazione Italian horse protection.

"La morte improvvisa di tre cavalli nel giro di pochi giorni rischia di portare IHP al collasso gestionale e finanziario, tanto che l'associazione sta ipotizzando anche di chiudere il Centro di recupero di Tignano. Il motivo è la mancanza di risposte da parte degli Enti competenti, a partire dal Ministero della Salute, riguardo la causa delle morti: incertezza che impedisce di impostare qualunque politica di gestione in sicurezza", dicono dall'associazione.

"Dopo la terza morte nel giro di pochi giorni, siamo in attesa che i veterinari incaricati delle autopsie diano qualche risposta sulle cause di questi decessi improvvisi di animali sani, giovani e senza patologie né sintomi di alcun tipo. Senza di quelle, continuare ad andare avanti è impossibile - dice Sonny Richichi, presidente di IHP -. Si torna a ipotizzare un problema legato al pascolo e ci viene suggerito di confinare i cavalli in spazi ristretti e lontani dall’erba, ma senza dare spiegazioni convincenti e documentate. Anzi a fine aprile e di nuovo a inizio ottobre, nel corso di due riunioni, ASL e IZSLT ci dichiararono che i pascoli erano sicuri: del resto è da inizio maggio che i cavalli avevano ripreso a stare progressivamente fuori".

Mancate risposte e indicazioni contraddittorie che spingono l'associazione a pensare di fermare le attività del Centro di recupero."

"Una nuova gestione emergenziale dei cavalli come quella attuata da gennaio ad aprile esporrebbe l’associazione al collasso finanziario e a rischio di infortuni per i cavalli e per lo staff - prosegue Richichi -. E ancora peggio sarebbe la remota ipotesi di trasferirsi altrove.

Questo profondo disagio è causato dalla mancanza di risposte chiare da parte degli organi competenti, in primis il Ministero della Salute, a cui più volte in questi mesi abbiamo chiesto un protocollo operativo per accertamenti immediati delle cause di morte e la creazione di una rete di collegamenti con esperti tossicologi. Richieste formali che l'associazione rinnoverà con maggiore determinazione, mentre parallelamente verrà presentato un nuovo esposto alla Procura della Repubblica, dato che la strage di cavalli rimane un mistero che purtroppo non esclude neanche l'ipotesi del dolo, viste le risultanze degli esami autoptici".


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