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Altri lunedì 22 dicembre 2014 ore 15:40

Sequestrati 300mila euro di pesce 'contraffatto'

Maxi operazione della Capitaneria di porto: 25 tonnellate di prodotti ittici provenienti dall’estero, accompagnati da documentazione insufficiente



LIVORNO — Il personale dalla capitaneria livornese, una volta accertato dove veniva stoccata la merce, nei magazzini di una ditta livornese della zona portuale di via Orlando, ha fatto irruzione nei locali, setacciando uffici e celle frigorifero. I militari hanno intimato al responsabile della ditta, un livornese di 53 anni, la presentazione dei documenti che giustificavano la presenza di circa 25 tonnellate di specie ittiche congelate, confezionate in colli di circa una ventina di chili ciascuno. Seppie, calamari, polpi, scampi non adeguatamente 'tracciati' e quindi di provenienza dubbia, sono stati sequestrati dagli ispettori pesca della Guardia Costiera del 2° Centro Controllo Area Pesca della Toscana.

Il sequestro del pesce, per un valore complessivo di 300mila euro, è il risultato di un’operazione di polizia sulla filiera ittica, messa a segno dagli ispettori pesca della Capitaneria di porto di Livorno – Guardia Costiera, diretta dall’Ammiraglio Arturo Faraone. L’attività operativa è nata da un consistente lavoro di intelligence che ha permesso di acquisire informazioni riguardanti un’attività di commercio irregolare, un traffico di prodotti ittici provenienti dall’estero, accompagnati da documentazione insufficiente.

Il prodotto, del quale il rappresentante della ditta non è stato in grado di definire né la società commerciale di provenienza, né l’operatore destinato a riceverla, in quanto dichiarava di essere soltanto un 'tramite', sarebbe stata probabilmente destinata a piattaforme di distribuzione senza un documento che ne garantisse la rintracciabilità sanitaria.
Un vero e proprio traffico internazionale: sembra che la merce provenga dal Marocco, attraverso un canale comunitario spagnolo, per essere stoccata in Belgio ed affidata a trasportatori della Lituania. Un puzzle che i militari della capitaneria stanno ancora ricostruendo. Resta anche da verificare, infatti, quanto di queste pesce sia già stato fino ad ora immesso sul mercato senza i requisiti documentali previsti dalle norme nazionali ed internazionali.

La Capitaneria ha informato anche l’Ufficio Veterinario Adempimenti Comunitari nei confronti del quale la ditta ha mancato di assolvere ad obblighi di comunicazione, per l’ingresso in Italia di prodotti di origine animale. Per tale mancanza sarà sanzionata: per la violazione in materia documentale, la normativa prevede sanzioni fino a 4.500 euro.


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