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Altri mercoledì 11 gennaio 2017 ore 14:57

Protesta dei residenti in Val di Denari

Il Consorzio Val di Denari invia una lettera di protesta per la realizzazione della nuova strada che creerebbe intralcio alla circolazione nella zona



PORTOFERRAIO — "Nella seconda metà del 1600, quando nel luogo ove oggi si trova il popoloso abitato di Carpani c’era solo, su una collina, la casa del Colonnello Marco Antonio Carpani, grossi problemi di viabilità non c’erano, e nemmeno nella prima metà del 1900, l’epoca a cui probabilmente risale, almeno nella versione attuale, il ponticello di Val di Denari. 

Da lì passava una stradicciola che, seguendo i confini delle varie proprietà che rasentava, arrivava fino a Marciana. Chi la percorreva si muoveva per lo più a piedi, più raramente a cavallo o a dorso di mulo o ancora in barroccio. Il fondo stradale era in terra battuta, ed era evidente, allora, a tutti la necessità che le banchine laterali fossero trattate con ogni attenzione.

Scorrendo le carte dell’Archivio del Comune dei primi decenni del secolo scorso è possibile trovare notizia di contravvenzioni elevate a conduttori di carretti che, magari, avevano parcheggiato il ciuco troppo vicino al bordo strada, col rischio di danneggiarlo. Ai nostri giorni, grazie al progresso tecnologico, le banchine laterali si sfasciano a macchina: in Val di Denari ci pensano le betoniere da 40 tonnellate, con la benedizione del Comune. 

Proprio in Val di Denari fu creato già nel 1915 un Consorzio per custodire e mantenere in buono stato la strada, creando una sinergia tra il Comune e gli abitanti della zona che, nelle intenzioni, avrebbe potuto produrre un mutuo vantaggio. Purtroppo erano anni in cui agli uomini validi veniva tolta di mano la pala perché imbracciassero un fucile, e quel Consorzio non andò oltre la redazione di uno statuto molto ben scritto.

Per veder nascere un altro Consorzio bisogna arrivare ben oltre il secondo dopoguerra, al 1978. Ormai il traffico era meccanizzato, scooter e automobili scavavano fosse profonde sul piano stradale di terra battuta ed era necessario ripristinarlo e proteggerlo con un manto di asfalto, così come era doveroso provvedere ad intubare in un condotto fognario i liquami provenienti dalle case, divenute più numerose, anziché portarli a scorrere nelle canalette a bordo strada.

Nacque così tra il 1977 e il 1978, grazie all’interessamento dell’allora sindaco Giovanbattista Fratini, il Consorzio per la fognatura e per la strada di Val di Denari. 

E’ singolare e a ben riflettere incredibile che dopo parecchi anni di attenta gestione, con un manto stradale mantenuto sempre in ottimo stato con tempestive operazioni di ripristino, effettuate dal Consorzio con o senza il concorso del Comune non appena se ne palesava la necessità, sia intervenuto proprio il Comune, anzi il sindaco in persona, ad adoperarsi per il danneggiamento di questa strada, favorendovi il transito di mezzi di portata e dimensioni sproporzionate per mezzo di apposite ordinanze, tra l’altro dichiarate poi illegittime dal segretario generale in carica nel periodo in cui furono emesse ma mai annullate.

Ora è il dirigente dell’Ufficio Tecnico che si sta dando da fare per stravolgerne la funzione. Con una Determina dirigenziale redatta il 28 dicembre, pubblicata all’Albo pretorio il 28 dicembre e dichiarata esecutiva dal 28 dicembre, senza farne discutere il Consiglio Comunale, senza informare e coinvolgere In questa decisione il Consorzio, ha deciso di aprire un’altra strada di cantiere per venire incontro, lo dice candidamente, alle richieste della Cooperelba, impresa assegnataria di un’altra tranche del PEEP. 

Cooperelba chiama, Parigi risponde. Il Consorzio, ente giuridico demandato alla cura ed alla custodia della strada, da più di un anno chiede, anch’esso, che venga realizzata la strada prevista dal progetto del vicino PEEP, ma da quell’orecchio Parigi non ci sente.

Il 27 aprile 2016 la giunta deliberò che si provvedesse alla definizione celere delle procedure espropriative, e chi, se non il dirigente dell’Ufficio Tecnico, avrebbe dovuto appunto provvedere a farlo? Ma non successe niente. 

Eppure conosceva a fondo la questione, visto che, come è facilmente documentabile, già nel 2014 l’allora segretario generale del Comune Maria Bisogno gli aveva inviato un invito e costituzione in mora per il rimborso dei danni erariali subiti e subendi da questo Ente, rilevando in particolare la mancata costituzione del consorzio degli assegnatari onde consentire la contestuale stipula degli atti di acquisizione e cessione delle aree che garantisca l’effettivo reperimento delle risorse finanziarie per il pagamento delle indennità di esproprio. 

La costituzione in mora, per inciso, riguardava tra l’altro responsabilità amministrativa e contabile per sottoscrizione di accordi e preliminari di compravendita per 1.802.355 euro.

Il 30 aprile 2016 Il Consiglio Comunale ha deliberato all’unanimità di rendere immediatamente l’area oggetto delle edificazioni autonoma dal punto di vista dell’accesso. Autonomo, se l’italiano è sempre quello che abbiamo imparato a scuola, significa che non si trovi a dipendere da altri, quindi un accesso diretto ad una strada di uso e proprietà comune, una strada comunale o provinciale , non certo una vicinale che, per quanto aperta al pubblico, ha finalità di collegamento eminentemente private ed è nata per servire ad un gruppo limitato di utenti. 

Da più di un anno protestiamo perché , invece di aprire la strada autonoma sulla comunale come previsto dal PEEP, ci è stata aperta una strada di cantiere sulla nostra vicinale, in cima al tratto rettilineo, e per tutta risposta ora ce ne aprono un’altra di fianco al ponticello. 

Tutto il traffico poi andrà ad ingorgarsi fra il muro della villa di Guadagno e la recinzione del palazzo Cooperelba, in tre metri o poco più di ampiezza di carreggiata, da là passeranno tutti i veicoli in entrata ed uscita della Valle.

Pare che, fra gli urbanisti moderni, ci sia chi scientemente progetta situazioni di crisi, trovandole emblematiche della nostra epoca, e coltiva una poetica del caos urbano. Non so se il nostro architetto Parigi faccia parte di questa scuola, di fatto il suo progetto rischia di divenirne un autentico capolavoro. 

Quando, la mattina, un’ottantina di macchine si troveranno insieme a convergere, dopo aver superato il trivio in cima al rettilineo, in un pericoloso bivio a V, e lì incontreranno le auto che vogliono uscire dal parcheggio del palazzo Cooperelba, poi tutte insieme vorranno imboccare la strettoia della villa di Guadagno. 

Ieri mattina il caterpillar ha già cominciato a farsi strada, oggi (mercoledì 11 gennaio) o domani il grande leccio che ostacola il tracciato verrà abbattuto". 


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