L'AQUILA — Non c'è limite alla fantasia macabra di chi dissemina bocconi avvelenati per uccidere lupi, volpi, o anche cani e gatti, imbottendo golosità con chiodi, lumachicida, topicida, spugne fritte nell'olio. C'è però un limite all'efficacia di questi gesti, e viaggia su quattro zampe. Si chiama Dacia, una border collie che 'di mestiere' dà la caccia alle esche killer, scovandole e consentendo così di eliminarle prima che provochino vittime.

Dacia è in forze al team canino del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo, i cui boschi pattuglia con regolarità assieme ai colleghi Karma e Naja, due pastori belgi malinois addestrati come lei da detective antiveleno.

Chiunque trovi un boccone letale in tutto il centro Italia può contare sul loro servizio di bonifica: a seguito della segnalazione Dacia e compagnia zampettante partono alla volta della zona da bonificare insieme al loro addestratore, Alberto Angelini. I turni sono di un'ora per ciascuno. Quando trovano qualcosa di sospetto, lo segnalano accucciandocisi sopra e ottengono in premio il loro giocattolo preferito.

Loro non lo sanno, ma facendo i balocchi insieme al loro umano del cuore in realtà salvano delle vite. Il Parco del Gran Sasso è stato il primo, in Italia, a istituire un nucleo di cani antiveleno. Era il 2010, e l'idea appariva pionieristica. Poi i fondi dell'Unione europea del progetto Life (in particolare questo segmento si chiama Life Antidoto) hanno consentito la creazione di altre pattuglie in forza ai carabinieri forestali. Oggi nello Stivale si contano in tutto 13 nuclei con 22 cani addestrati. 

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