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Altri lunedì 01 agosto 2016 ore 18:25

Fallimento e bancarotta per favorire l'Anci

Condannati il presidente di Comunica srl, Alessandro Pesci e l'amministratrice Claudia Maria Canilli. Tra i reati anche il ricorso abusivo al credito



FIRENZE — Lo ha stabilito il giudice del tribunale di Firenze Paola Belsito, decidendo su un patteggiamento a 1 anno e 6 mesi, con pena sospesa, per i vertici di Comunica Srl, società partecipata al 50 per cento da Anci.  

Ai due imputati sono contestati i reati di bancarotta fraudolenta, false scritture contabili, ricorso abusivo al credito, bancarotta semplice. Sono il presidente di Comunica srl Alessandro Pesci e l'amministratrice Claudia Maria Canilli

Alessandro Pesci, 61 anni, ex sindaco di Fiesole tre volte, dal 1993 al 2004 con Pds e liste civiche, poi segretario generale di Anci Toscana e assessore al Comune di Viareggio, prima dell'ultimo commissariamento. 

Claudia Maria Canilli, 63 anni, di Bassano del Grappa, è stata amministratrice fino al 2011 della stessa Comunica srl.

La società di comunicazione, formazione, eventi è stata dichiarata fallita il 20 giugno 2012. 

Secondo quanto emerge dalle indagini i due avrebbero falsificato le scritture contabili con dati non veri procurando così l'ingiusto profitto della protrazione della gestione societaria, in danno dei creditori. Gli episodi vanno dal 2004 al 2011.

A Pesci e Canilli, sostiene il pm, è contestato anche il ritardato "al fine di favorire il socio di maggioranza Anci (50% del capitale), nell'emissione e la conseguente registrazione delle fatture relative ai compensi 2004 dovuti da Anci a Comunica.

A questo si aggiunge anche l'aver ritardato "la contabilizzazione dei pagamenti eseguiti dal socio di maggioranza Anci concedendogli lunghissime dilazioni, anche 400 giorni" e poi "riscuotendo apparentemente tali fatture in contanti da Anci ma ricostruendo contemporaneamente un finanziamento da Anci a Comunica per 70.000 euro senza pretendere compensazione". 

L'inchiesta della procura ha fatto emergere anche voci fittizie iscritte nei bilanci di Comunica,. 

Secondo l'accusa gli imputati hanno registrato anche false fatture e "omesso di riscuotere crediti dovuti da Anci tra cui quello relativo al rimborso per le maggiori spese sostenute" per l'evento Dire e Fare del 2010. 

Le dilazioni accordate all'Anci obbligarono Comunica srl a finanziarsi ricorrendo al credito delle banche, aggravando la propria esposizione debitoria e nascondendo il dissesto finanziari della srl.


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