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Attualità sabato 30 settembre 2017 ore 08:00

Orsa col laccio da bracconieri al collo

La squadra di soccorso ha addormentato l'orsa per curarla. Foto: Pnalm

Segnalata da tempo, è stata individuata l'altra notte. Liberata e curata, guarirà in un paio di settimane. Il fatto denunciato in procura



CAMPOLI APPENNINO (FROSINONE) — Dieci anni e 80 chili di peso, la femmina di orso bruno marsicano incappata in una trappola di bracconieri il cui laccio metallico le era rimasto al collo era segnalata ormai da quasi un anno in giro nel Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. L'altra notte, l'attività di sorveglianza ha consentito di individuarla nella zona di Campoli Appennino e catturarla, così da poterle prestare soccorso.

L'orsa presentava un'ampia ferita al collo, causata proprio dal laccio metallico tipico dei bracconieri. I veterinari l'hanno liberata dalla trappola, le hanno pulito e medicato la ferita e somministrato terapie. L'orsa dovrebbe ristabilirsi nel giro di due o tre settimane, e adesso la sua convalescenza sarà monitorata attraverso gli impianti di sorveglianza.

La prima segnalazione di un esemplare con un laccio al collo risaliva addirittura alla fine dello scorso novembre. Poi il letargo, poi la ripresa delle ricerche a primavera e infine l'avvistamento, a fine agosto, da parte dei carabinieri forestali intenti nella conta delle femmine e dei cuccioli. Venerdì 23 l'avvistamento decisivo da cui hanno preso il via le operazioni di cattura, andate avanti per sei giorni fino all'altra notte.

Il servizio di sorveglianza ha inviato la notizia di reato alla Procura di Cassino, competente per territorio. I cavi d’acciaio, del tipo rinvenuto sull’orsa, infatti, vengono generalmente utilizzati dai bracconieri, che li pongono lungo punti di passaggio della fauna selvatica attendendo che un animale rimanga intrappolato al collo. 

Probabilmente l’orsa era riuscita a rompere l’ancoraggio del cavo d’acciaio liberandosi, mentre non è poi riuscita a sfilarselo così che questo le aveva provocato una profonda lesione che l’avrebbe certamente condotta a uno stato sempre maggiore di debilitazione e quindi a una probabile morte prematura.

"Questo episodio - afferma il presidente del Parco Antonio Carrara – è di una gravità inaudita. Se da una parte il salvataggio di questa femmina di orso bruno marsicano ci rende orgogliosi, dall’altra non possiamo non denunciare la necessità di azioni più incisive per prevenire e reprimere la pratica del bracconaggio".

Monica Nocciolini
© Riproduzione riservata


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