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Attualità giovedì 06 luglio 2017 ore 15:35

Uova della Caretta, i volontari chiedono aiuto

L'avvistamento dell'altra notte. Foto: Legambiente

Sos da Legambiente che chiede alle istituzioni di garantire la presenza di esperti in vista della schiusa. "Il volontariato non basta più"



CAMPO NELL'ELBA — "Grazie per i complimenti, ma il solo volontariato non basta più": chiede aiuto, Legambiente Arcipelago toscano, per sorvegliare adeguatamente e tenere in sicurezza il nido delle tartarughe marine già presente a Marina di Campo e anche eventuali nuovi approdi di Caretta caretta, all'indomani da quello effettuato la notte del 5 luglio dalla tartaruga marina ormai ribattezzata Federica, 'mamma' del primo uovo deposto.

Sulla spiaggia di Marina di Campo i pattugliamenti dei volontari coordinati da Legambiente proseguono, e ai volontari si sono uniti, spiega proprio Legambiente in una nota, anche due esperte di TartAmare, che gestisce il Centro per la conservazione delle tartarughe marine di Grosseto.

Ma la buona volontà non basta più: "Queste persone sono preziose - afferma Chiara Mancino di TarAmare riferendosi ai volontari - ma hanno bisogno di essere coadiuvate perché la situazione è difficile, vista la posizione del nido e il periodo in cui è prevista la schiusa delle uova".

Il team di TartAmare si rende disponibile, però serve il rispetto del giusto iter. Lo spiega Luana Papetti, referente scientifico del centro di Grosseto: "Il nostro team deve essere attivato dall'OTB, l'Osservatorio Toscano della Biodiversità, che ha il compito di coordinare tutte le operazioni in queste situazioni. In attesa che la Regione Toscana intervenga non possiamo fare altro che essere vicini agli operatori".

Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana, rilancia l'appello: "Attorno alla tartaruga Federica - dice - c’è un grande interesse popolare e mediatico, ma il difficile inizia ora". La schiusa prevista per agosto, coi picchi di massima affluenza, preoccupa. "E' evidente che d’ora in poi il solo volontariato non basta, per preparare e gestire nascita ed entrata in mare dei piccoli di tartaruga. Per questo è necessario l'intervento immediato della Regione Toscana e delle altre istituzioni coinvolte". 

Monica Nocciolini
© Riproduzione riservata


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